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Anatolian Rugs from the Ottoman Empire

Galleria Mirco Cattai presenta la mostra Anatolian Rugs from the Ottoman Empire, in programma fino all’11 febbraio 2023, che riunisce 30 manufatti provenienti dall’Impero Ottomano che presentano perfettamente l’eredità dei tappeti della Transilvania.

I tappeti Anatolici arrivati in Europa attraverso Venezia, porta d’oriente, tra la fine del XVI e l’inizio del XVII secolo costituiscono forse la tipologia di tappeti anatolici classici che ebbe maggior successo e che è stata più riprodotta nella pittura europea a partire dagli inizi del XVI secolo. Sono infatti note oltre ottanta raffigurazioni pittoriche, che forniscono elementi preziosi per la datazione dei tappeti ancora esistenti documentandone l’uso.

Da importanti artisti come Holbein, Tintoretto, Bellini, Lotto prendono il nome alcuni di questi esemplari.
A differenza degli esemplari europei le Chiese luterane, sassoni, i magazzini parrocchiali in Transilvania e i musei in Romania conservano ancora circa 400 tappeti (compresi i grandi frammenti) datati dall’inizio del XVI al XVIII secolo. Formano il corpus più ricco e meglio conservato di tappeti di piccolo formato del periodo ottomano al di fuori della Turchia, così come uno spaccato pienamente rappresentativo della produzione di tappeti anatolici destinati all’esportazione. Il fatto di appendere i tappeti alle pareti, ha permesso di farli arrivare fino a noi in uno stato di buona conservazione, un caso molto curioso e raro.
È davvero una fortuna che una tale ricchezza di tappeti orientali, per lo più tessuti dalle donne dei villaggi dell’Anatolia, sia sopravvissuta.

Un invito speciale, visitare in quest’occasione unica, una raccolta di capolavori usciti dalla  Romania in passato e che hanno valorizzato le collezioni piu’ importanti in giro per il mondo, raccolti in 25 anni di viaggi e dedizione.

In occasione dell’esposizione è stato realizzato un catalogo, Anatolian Rugs from the Ottoman Empire, pubblicato da Mirco Cattai FineArts&AntiqueRugs, autore Stefano Ionescu, testi a cura di Edward Turner.

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